Sempre più frequentemente le aziende nostre clienti ci incaricano di trattare pratiche aventi ad oggetto la segnalazione o notifica di violazione della proprietà industriale in relazione alle licenze software utilizzate in azienda.
Lo schema è sempre simile: i proprietari di software, autonomamente o tramite loro legali, segnalano o notificano “irregolarità” nell'utilizzo delle licenze basandosi, a loro dire, su dati pubblici o ricavabili da pubblici registri che denoterebbero evidenti incongruenze tra il numero di licenze acquistate e il numero degli utilizzatori. L’azienda viene quindi “invitata” ad un processo di verifica attraverso entità collegate o segnalate dal produttore stesso, per poi procedere alla regolarizzazione attraverso l’acquisto delle licenze mancanti.
Questa nota non è un parere legale sulla trattazione e risoluzione della problematica, qualora arrivasse sul tavolo dell’impresa, ma vuole semplicemente sensibilizzare sull'attività preventiva di verifica, da parte dell’impresa stessa, onde evitare di incorrere in sanzioni rilevanti.
La violazione dei diritti di proprietà industriale è infatti un illecito sanzionabile in sede sia civile che penale.
L’impresa non è sempre consapevole della conformità delle licenze al numero degli utilizzatori. In tanti casi sono gli utilizzatori stessi che introducono nel computer aziendali software replicati o “craccati”. Sta quindi al datore di lavoro assicurarsi con verifiche periodiche che il proprio parco licenze sia corretto. Sarebbe inoltre opportuno che il datore di lavoro, tramite circolare o regolamento interno, sensibilizzasse i propri dipendenti al corretto utilizzo dei sistemi informatici, anche vietando l’introduzione di programmi non autorizzati, a pena di sanzione disciplinare e risarcimento del danno.
Avv. Stefano Salardi