E' quanto sancisce la Prima Sezione della Corte di Cassazione con sentenza 280 del 10 gennaio 2017 sull'annosa questione dei compensi pagati ai professionisti per l'assistenza prestata in occasione del deposito della domanda di concordato "in bianco".
La Corte di Appello di Ancona aveva dichiarato l'inammissibilità della proposta di concordato, proprio in ragione di pagamenti a favore dei professionisti incaricati della stesura, effettuati nelle more di deposito del piano. Tali crediti infatti, secondo un noto orientamento giurisprudenziale, avrebbero potuto assumere il rango prededucibile soltanto all'effettiva ammissione del concordato mentre, se effettuati in precedenza, dovevano intendersi come atti straordinari non autorizzati ex art. 161, comma 7, LF, da ché la pronuncia di inammissibilità ex art. 173 LF.
La Corte di Cassazione, peraltro riprendendo quanto già esposto in Cass. 22450/2015, afferma il principio per cui il credito del professionista che abbia svolto attività di assistenza e consulenza per la redazione e la presentazione della domanda di concordato preventivo, rientra "de plano" tra i crediti sorti "in funzione" della procedura e va quindi soddisfatto in prededuzione, non dovendosi operare una valutazione postuma sull'utilità delle funzione in ragione dei risultati concretamente raggiunti.
Stefano Salardi